La struttura della rocca è composta da due elementi fondamentali di organizzazione geometrica: un nucleo a pianta poligonale, quello della primitiva fortezza, con schemi tipici delle costruzioni a carattere difensivo, e un nucleo più moderno, quello della palazzina Del Monte dall'andamento regolare. I due elementi sono raccordati, verso il centro storico, da una possente muraglia provvista di camminatoi di ronda e, a nord-est, da un ballatoio coperto all'altezza del piano nobile.
L'analisi dell'articolazione morfologica e volumetrica sostiene l'ipotesi che in origine la rocca fosse circoscritta al sistema poligonale della fortezza e forse provvista della muraglia esterna di difesa. Essa comprende tutte le caratteristiche morfologiche e tipologiche di un edificio fortemente vocato a funzioni difensive:
una pianta ad articolazione poligonale con torrioni localizzati nell'intersezione angolare dei lati. Due alti e possenti - il Maschio centrale e la Torre Cavaliera - in relazione fra loro diagonalmente, e altri due emergenti dalle pareti continue del fortilizio. Quello esposto ad est è facilmente individuabile; per l'altro, coincidente con la base della cappella di San Giovanni Battista, si possono formulare solo ipotesi;
un alzato volumetrico a forte verticalizzazione e con poche finestre presenti per lo più nei piani più alti. Va annotato che le ampie finestre presenti al piano nobile altro non sono che il risultato dell'adeguamento funzionale del Seicento. In un periodo in cui le ragioni di natura difensiva avevano problematiche di natura diversa, la rozza fortezza fu trasformata in aristocratica residenza dall'allora legato pontificio cardinale Salviati;
collegamenti verticali per gran parte esterni e realizzati con strutture in legno. Una lettura di questo genere sostiene l'ipotesi che l'attuale scala trapezoidale di collegamento interno sia inserita nello spazio della corte originaria della fortezza, al centro del quale esisteva già all'origine un serbatoio alimentato dall'acquedotto proveniente dalle sorgenti di Santo Marzio.*
Il giardino che abbraccia la Rocca Flea è parte integrante e naturale cornice della fortezza.
Il parco non è solo un luogo di svago, ma raccoglie in sù una valenza naturalistica di primo piano. Un visitatore attento, potrà notare le diverse specie di piante che decorano gli spazi a ridosso delle mura del fortilizio.
Le varietà messe a dimora, da quelle annuali a quelle stagionali, seguono un progetto ben preciso sia per la disposizione che per le specie, tipiche dei nostri territori.
Dall'ulivo "cultivar rigalese", alla ginestra dei nostri monti, dalle
piccole e profumatissime macchie di
santoreggia (erba dalle proprietà mediche riconosciute sin dai tempi antichi), alle piante che si ritrovano nei dipinti ospitati nella Pinacoteca: dal
nocciolo presente nell'Albero di Jesse; al melograno, visibile nelle mani del bambino nella tavola realizzata da Matteo da Gualdo nel 1462.
Il percorso è un tripudio di profumi che si susseguono, un incontro con la natura in un contesto nobilitato dalle antiche mura della Rocca.
*N. Teodori, Rocca Flea e Museo civico: complessità come sintesi in Museo Civico di Gualdo Tadino - Rocca Flea I, a cura di P.L. De Vecchi, Perugia, 2000.